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lunedì 24 gennaio 2011

TORTA SBRISOLOLONA DI MELE



Oggi la ricetta per una torta gustosa e un po' diversa dalle solite.

INGREDIENTI:

per le briciole:

300 gr di farina
3 cucchiai di lievito in polvere
1 uovo
150 gr di zucchero
1oo gr di burro

INOLTRE
750 gr di mele
2 cucchiai di zucchero a velo
burro o margarina e pangrattato per lo stampo

PREPARAZIONE

mettete in una terrina la farina setacciata con l'uovo, lo zucchero e il burro e con i polpastrelli formate delle briciole. Imburrate uno stampo a cerniera di 26 cm di diametro, cospargetelo di pangrattato, versatevi meta' delle briciole di impasto e premete bene formando un bordo.
Sbucciate le mele, dividetele in quarti e togliete il torsolo. Tagliate a spicchi le mele, distribuitele sulla base.
Distribuite sulla torta l'altra meta' delle briciole di impasto e spolverizzate con un cucchiaio di zucchero a velo.

TEMPERATURA: forno elettrico preriscaldato a 200 gradi, forno ventilato a 180 gradi, forno a gas posizione 3.

TEMPO DI COTTURA:
40 minuti circa.

Lasciate intiepidire leggermente la torta, sformatela e fate raffreddare completamente. Cospargete di zucchero a velo e servite. Buon appetito!

domenica 9 gennaio 2011

RICAMO BANDERA


Ho una collega che fa cose splendide con questa tecnica di ricamo e che mi ha raccontato la storia della sua nascita.
Alla fine dei Seicento, cosi' si racconta, Monsu' Bandera, tessitore di Chieri, aveva inventato la tela che da lui prende il nome. Si trattava di una stoffa semplice, di cotone grezzo a nido d'ape, molto resistente, adatta per rivestire sedie e poltrone.
Ben presto questo tessuto entro' nelle case degli aristocratici piemontesi, che, dovendo accogliere nelle proprie dimore la reggente Maria Giovanna Battista di Savoia - Nemours, decisero di ricoprire le poltroncine, i sofa' e i letti a baldacchino ormai logori con la tela bandera. Le padrone di casa lavorarono alacremente ricamando con fili di lana ritorta motivi tratti dagli stucchi, dagli intarsi dei mobili, dagli affreschi, per impreziosire questo tessuto. Il risultato era sorprendente:
i gialli oro, i blu savoia accostati ai rosa pallidi, ai rossi accesi rendevano ricca la tela semplice di Monsu' Bandera.Non si sa se questo personaggio sia realmente esistito, ma si hanno molti esempi nelle dimore storiche che testimoniano come il bandera fosse diffuso in Piemonte.
Oggi con il termine " bandera" non si indica solo il tessuto, ma anche l'insieme dei punti che compongono il ricamo: il punto catenella, il punto erba, e il punto lanciato.
Se a fine Seicento si prediligevano gli ornati tratti dagli stucchi e dai mobili eseguiti a punto catenella, nel Settecento il gusto per le " chinoiseries" aveva arricchito i ricami con fiori, frutta, uccelli, scene mitologiche, eseguiti a punto lanciato. Eseguito a telaio, il punto lanciato lasciava libera interpretazione alla ricamatrice, che doveva ricreare le sfumature dei fiori e dei frutti con l'ago, come se dipingesse. Ecco perche' questo ricamo viene detto anche " dipinto ad ago".
Durante il XVIII secolo nacquero alcuni laboratori che eseguivano i ricami bandera su ordinazione, uno di questi era l'OPERA DELLE PROVVIDENZA di Torino, che aveva fornito alla Casa Reale tre letti destinati al Castello di Venaria. Solamente una testiera interamente ricamata a punto lanciato rimane a testimoniare la ricchezza di questi letti.
Conservata al Museo Civico di Torino, essa rappresenta la favola di Diana e Endimione e risale al 1750 circa ; insieme a questa preziosa testiera il Museo conserva altri esempi di bandera del primo Settecento, come la serie di poltroncine ricamate con motivi geometrici sui gialli oro e con magnifici mazzi di tulipani semiaperti, sfumati dal rosso vivo al rosa pallido e dal blu intenso al celeste, simili a quelli che arredano il castello di Santena.
La tradizione del bandera prosegue nell'Ottocento e all'inizio del Novecento, e vede la nascita di vere e proprie scuole che insegnavano esclusivamente questo ricamo. Nel 1907 la contessa Sofia
di Bricherasio aveva fondato la " Scuola Bandera Piemontese" grazie all'aiuto di un'amica, la contessa di Savoiroux, che le aveva ordinato un'intera camera da letto pagandogliela in anticipo e permettendole in questo modo di aprire la scuola.
Negli anni VENTI dello scorso secolo Paola Cora realizzava testiere, copriletti, poltroncine e sedie con l'aiuto della nipote, privilegiando gli effetti di chiaroscuro del punto raso. La tradizione del bandera prosegue negli anni Trenta con Alina e Igia Ricaldone, che avevano istituito un laboratorio a Racconigi in cui si formarono le ricamatrici che avevano mantenuto vivo il ricamo bandera fino agli anni '70.
Nel castello di Pralormo un letto a baldacchino ricamato a ghirlande floreali necessitava di un restauro poiche' i ricami di lana erano danneggiati dalle tarme. Il letto richiama gli arredi di una camera del castello di Guarene, datati 1720. Consolata Beraudo di Pralormo aveva difficolta' nel trovare le ricamatrici in grado di restaurarlo e penso' di iniziare all'arte deel bandera alcune donne di Pralormo che sapevano ricamare in bianco, mandandole a scuola di ricamo e di restauro
dalle uniche anziane ricamatrici di bandera che non lavoravano piu' ma erano felici di trasmettere i loro segreti per salvare l'antica tradizione dall'oblio.
Una delle scuole ricamo bandera attive oggi si trova nella cittadina di Collegno, alle porte di Torino.

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